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Immagine del redattoreFelici Molti

Il misuratore del Mondo: selezionato al Berlin Indie Film Festival il prodotto di Conversazioni 2020

Aggiornamento: 18 ago 2021

Il misuratore del Mondo - The man who measures the World, il prodotto audiovisivo nato per la riprogrammazione di Conversazioni - La letteratura è di scena 2020, è stato selezionato al Berlin Indie Film Festival 2022. Protagonista del cortometraggio è l'attore Luigi Mezzanotte, sceneggiatura e regia Irene Gianeselli, direttore della fotografia Giose Brescia, montaggio Sara Porfido.


Prodotto da Associazione Culturale Felici Molti con il sostegno di Regione Puglia, Mediateca Regionale Pugliese, Apulia Film Commission.



IL PROGETTO raccontato da Irene Gianeselli, presidente dell'Associazione Felici Molti

Un Festival è la creazione di uno spazio e di un tempo, di un rito culturale per la comunità in un luogo che ha già una sua identità ed un suo ruolo specifico nella formazione e nella ricerca, nella tutela e nella conservazione dei beni. Questo, almeno, è sempre stato il mio modo di intendere la direzione del Festival “Conversazioni – La letteratura è di scena” soprattutto quando è arrivato in Puglia, in Mediateca Regionale Pugliese. La pandemia ha devastato le nostre esistenze e nei primi mesi ho compreso subito, grazie al prezioso confronto con Anna Maria Rizzi e con Alessandra Aprea, che il Festival non avrebbe più potuto avere la stessa forma degli anni precedenti. Del resto, è la realtà della comunità ad essere cambiata e tale è anche la percezione degli altri operatori e lavoratori dello spettacolo con i quali quotidianamente ci siamo confrontati.


Tornando al nostro caso, non potevamo arrenderci all’idea di rinunciare al carattere specifico di questa manifestazione. Il tema di Conversazioni è sempre stato definito, fondativo e talmente radicale da essere totalizzante per il futuro anche se questo si è trasformato in un incubo. Il tema del Festival è il dialogo in uno spazio sempre aperto, seppur raccolto, con i maestri (siano essi intellettuali, drammaturghi, teatranti o cineasti, artisti) è un dialogo che si volge alla dimensione del laboratorio permanente per lo sviluppo dei talenti, l’approfondimento delle conoscenze e l’alta formazione professionale in ambito artistico con una tensione artigianale propria dei mestieri del teatro, del cinema, della letteratura e delle arti visive.



Ero consapevole che la pandemia in atto avrebbe impedito il rapporto in presenza e perciò autentico di “1 a molti” (cioè il rapporto artista - pubblico), rapporto che avevamo sempre vissuto e strutturato nelle passate edizioni e in particolare in quella 2019 valorizzando la sala della Mediateca Regionale Pugliese con ottimi risultati.


La scelta di riprogrammare il Festival dandogli una forma diversa, ma pienamente aderente alla mission della nostra Associazione e degli Enti che hanno scelto di sostenerci (Regione Puglia, Apulia Film Commission e Mediateca Regionale Pugliese) è nata dal confronto aperto e assolutamente fondamentale con Anna Maria Rizzi. Abbiamo pensato che la soluzione più opportuna, la soluzione che non avrebbe tradito la poetica e le rispettive volontà e pianificazioni culturali fosse quella di creare, a partire dalle proposte già programmate, un prodotto che potesse rimanere accessibile e fruibile dall’utenza gratuitamente tramite la Digital Library della Mediateca Regionale Pugliese. Per trasformare in prodotto audiovisivo una drammaturgia nata per essere un monologo teatrale, però, era necessario tradurla e tradirla utilizzando un linguaggio diverso, quello cinematografico.


Giose Brescia ed io ci siamo incontrati proprio in Mediateca Regionale Pugliese durante il primo progetto al quale partecipai gratuitamente come critico cinematografico (la rassegna dedicata a Mario Bava e alle sue opere nel luglio 2014 per il centenario della sua nascita) e abbiamo spesso condiviso piccoli esperimenti cinematografici con la Compagnia dei Felici Molti. Essendo a conoscenza del suo brillante e compiuto percorso di studi all’Università La Sapienza di Roma e avendo avuto modo di vederlo all’opera con provata professionalità e consapevolezza dei mezzi tecnici ed espressivi, ho ritenuto di coinvolgerlo nel progetto che avrebbe dovuto essere supportato da una visione e da una autorialità nel gestire scenografie e luce.



Non abbiamo mai pensato, infatti, di limitarci a registrare l’attore o l’attrice in scena durante la lettura del monologo: avremmo distrutto l’essenza del fatto teatrale consegnando una preziosa eredità ad un oblio sterile.


Non ho avuto dubbi nel momento in cui ho dovuto scegliere la drammaturgia originale da trattare e trasformare in sceneggiatura. L’adattamento a monologo di “Das Schloß” di Franz Kafka scritto da Luigi Mezzanotte mi è sembrato subito potente ed evocativo e l’idea di lavorare con un unico attore (e in questo caso con un attore unico) che riesce a interpretare più personaggi tra loro diversi per intenzioni, umori e fisicità mi ha subito ispirata.



Luigi Mezzanotte, con il suo volto e il suo corpo d’attore pregni di esperienze e di vita, mi compariva già in mente con immagini e azioni chiare, in lotta con una trama centrifuga in costante dissoluzione e anche con se stesso in questa replica ossessiva di condanne e rifiuti. “Il castello” (in lingua originale Das Schloß è un titolo ambiguo, non traducibile in modo univoco con “Il castello” poiché ha un profondo legame con il verbo schließen che si può tradurre con chiudere o serrare in modo ermetico rimandando così a serrature e lucchetti oltre che ad una idea tragica di cesura, di conclusione immodificabile) è un abile gioco di prestigio, allusivo e feroce ed è un romanzo incompiuto: per una italianista contemporaneista di formazione è stata una folgorazione. Ho compreso subito che il luogo in cui avremmo girato sarebbe diventato il co-protagonista e che Luigi Mezzanotte avrebbe dovuto emergere dalla pietra e dalle ombre diventando parte dello spazio e frantumando il tempo imponendosi come l’eterno ritorno del fallimento umano dinanzi al potere.


Il prodotto ha trovato in Masseria Jesce (Altamura - Ba) la location ideale, grazie al supporto e alla disponibilità di Donato Laborante, presidente dell'Associazione Teatrale Lo scrigno di Pandora.


Abbiamo lavorato con passione e amore, mettendo la nostra professionalità a disposizione del progetto sempre con onestà e con coraggio, la notizia della selezione al Berlin Indie Film Festival 2022 ci rende orgogliosi e ci onora.


SINOSSI


IL MISURATORE DEL MONDO

Nella trama non lineare delle regole, delle leggi e degli obblighi sociali K., l’agrimensore e misuratore della Terra, rivive l’incubo e il sogno, l’ossessione della vita piena e l’ambizione di una morte dignitosa sempre negata. Liberamente ispirato a Das Schloß (1926) di Franz Kafka, l’adattamento sceglie quattro personaggi archetipici da mostrare in azione: l’Ostessa, il messaggero Barnabas e il segretario Bürgel oltre al protagonista K. che li assorbe e li impersona spostando il limite della propria identità in un gioco sempre più sfidante. Klamm, il potere e l’illusione di poterlo raggiungere e la bella Frieda, l’amore puro e altrettanto vano, vengono solo evocati, chiamati direttamente in causa dalla passione e dalle ambizioni frustrate del protagonista. Luigi Mezzanotte interpreta lo smarrimento dell’umanità che affronta il Mondo e la Storia, condannata all’eterna ripetizione e all’eterno ritorno della propria sconfitta in uno spazio misterioso e ancestrale, seducente e pieno di promesse per una eterna estate dorata e inaccessibile.


Iniziativa realizzata dalla Fondazione Apulia Film Commission e finanziata dalla Regione Puglia – Assessorato Industria Turistica e Culturale, a valere su risorse dell’intervento “Mediateca Regionale”. Il prodotto audiovisivo sarà visionabile anche sul Portale della Puglia Digital Library




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