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Immagine del redattoreFelici Molti

L’evento conclusivo del Premio Attolini 2020: le motivazioni e il ricordo di un grande maestro

Si è conclusa il 16 dicembre 2021 in Mediateca Regionale Pugliese la I Edizione del Premio Internazionale di Critica Cinematografica Vito Attolini nato nel 2020 nell’ambito del Festival Conversazioni – La letteratura è di scena, promosso dall’Associazione culturale Felici Molti e dalla testata online Polytropon Magazine, in collaborazione e con il sostegno di Apulia Film Commission, della Regione Puglia e della Mediateca Regionale Pugliese e con il patrocinio del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI).


«Maria Mazzoni Attolini ha permesso a questo Premio di nascere, lo sostiene, senza di lei non sarebbe stato possibile realizzarlo. Maria continua ad incoraggiarci e a credere nell’Associazione culturale Felici Molti, a lei va tutta la nostra gratitudine. Durante i mesi del distanziamento e dell’isolamento causati dalla pandemia abbiamo voluto creare uno spazio altro per tutti e tutte, ma soprattutto per le e i giovani appassionati di cinema che credono nello studio e che si impegnano nella ricerca. Ci è sembrato che l’esempio di un maestro come Vito Attolini potesse essere il riferimento fondamentale per tutte e tutti loro e così e stato: lo scambio tra generazioni è avvenuto e avviene anche oggi in questa sala, deve continuare. Ringraziamo anche i membri della Giuria, qui rappresentati dal Prof. Guaragnella e dal Prof. Amendola, che hanno letto con grande attenzione e con preziose analisi le recensioni e i saggi brevi proposti dai candidati di tutta Italia» esordisce così, dopo i saluti istituzionali, Irene Gianeselli (ideatrice del Premio e presidente dell’Associazione Felici Molti) che lascia subito la parola alla presidente della Giuria.


«Per me è importante cogliere questa occasione per ricordare Vito Attolini e suo fratello Gianni con l’amico Alfonso Marrese. Forse Vito non si sarebbe aspettato un simile impegno, un Premio così per ricordarlo: era una persona umile. Ma so che è sempre riuscito ad accendere nei suoi allievi e amici il desiderio di ricerca. Io lo seguivo nei suoi incontri nelle scuole e nelle Università ricordo che lo spingevo sempre ad accettare gli inviti, volevo partecipasse a seminari e convegni perché non si sa mai dove un seme può cadere. In questi giovani, nei loro lavori tutti pertinenti ai temi proposti, vedo la continuazione della ricerca e della passione di Vito e ne sono felice. Come non ricordare Gianni, un’altra perdita recente nella mia famiglia, come non ricordare la sua ironia. Con Gianni e Alfonso, al quale dobbiamo proprio la Mediateca, Vito condivideva la passione per il cinema. Gli “amici del cinema” è stato un circolo attivo dal ’67 al ’76 e Vito lo ha animato con grande entusiasmo. Il mio augurio a questi giovani è di continuare questo percorso ed essere sempre “amici del cinema”» sorride Maria Mazzoni Attolini cedendo il microfono al Prof. Pasquale Guaragnella che commosso ricorda i due colleghi e amici.


«Vito Attolini possedeva la virtù della curiosità. Gianni Attolini quella della leggerezza e la sua ironia è stata sempre una grande lezione. Con il secondo ho condiviso anche diversi anni di insegnamento all’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” ed entrambi sono stati per me amici e ricercatori brillanti con cui ho condiviso pensieri e idee».


Si prosegue con la premiazione. Chiara Bardella (2 agosto 1998) dall’Emilia Romagna ha vinto la sezione saggio breve con “Il documentario di Cecilia Mangini e la collaborazione con Pier Paolo Pasolini” ecco la motivazione:

Saggio breve e di alta qualità che riesce a sviluppare l’analisi dei documentari di Cecilia Mangini in collaborazione con Pasolini, su tre piani – o meglio tre sguardi – intrecciati. Ci sono quello di Pasolini che guarda la Roma dei Ragazzi di vita e de La canta delle marane immedesimandosi nello spirito e nella quotidianità dei protagonisti; quello di Cecilia Mangini che guarda Pasolini di cui condivide la “consapevolezza del finire” e l’attenzione verso gli umili; quella dell’autrice del saggio che fa propri gli sguardi di Pasolini e della Mangini di cui restituisce con efficacia la ricchezza. Un breve ma ottimo lavoro.

Chiara Bardella nel ritirare il Premio lo dedica a Cecilia Mangini, incontrata durante i suoi studi a Bologna nel 2019: «Lo dedico a lei perché è un punto di riferimento importante per la mia generazione».

Sara Perniola (20 settembre 1992) dalla Puglia ha vinto la sezione saggio breve “Vito Attolini e Pier Paolo Pasolini: un desiderio di passato” con questa motivazione:

Il saggio coglie con acutezza e grande qualità espositiva un aspetto spesso trascurato del rapporto tra Vito Attolini e Pier Paolo Pasolini. Attolini, persona di straordinaria e poliedrica cultura, aveva un particolare interesse per il Medioevo e per come il cinema lo avesse narrato rendendolo accettabile alle platee più vaste. Attolini, incontrando su questo Pasolini, mostra come il cinema riesca a comunicare questa complessa stagione storica facendo ricorso all’immaginario ed alle emozioni che esso crea. Sono, ricorda l’autrice, la memoria e la nostalgia. In una parola i sogni. È il cinema.

Sara Perniola dedica il Premio a Vito Attolini e a Pier Paolo Pasolini: «Due maestri che fanno parte della mia formazione che è cominciata a Bologna».

Luigi Palma (15 luglio 1996) dalla Puglia ha vinto la sezione con “Visioni emergenti: La terra dell’abbastanza dei fratelli D’Innocenzo” ecco la motivazione:

Recensione esemplare su un film non facile come “La terra dell’abbastanza” dei fratelli D’Innocenzo che trasmette con straordinaria efficace la vita di una borgata romana. Qui, ancora oggi, nota l’autore, sembra di percepire intatta l’onda lunga della denuncia pasoliniana e dei suoi ragazzi di vita. I protagonisti del film lottano per acquisire ciò che sarà «abbastanza» per comprare le loro vite, per spingersi oltre il limite della sopportazione, per raggiungere le vette rarefatte e asettiche dell’indifferenza, per continuare a vivere in quella che è diventata ora una periferia anche morale. La recensione ci spinge, riga dopo riga, a pensare come oggi la logica dell’“abbastanza” abbia ampliato a dismisura i confini sociali della borgata.

Nel leggere le motivazioni e nel concludere l’incontro, il Prof. Giandomenico Amendola offre anche il suo ricordo di Vito Attolini: «Vito mi ha trasformato da appassionato di cinema a cinéfil, con lui ho visto anche La corazzata Potëmkin e per ben due volte. La prima volta Tommaso Fiore mi buttò fuori dalla sala perché non ne potevo più… poi la seconda volta, con Vito, l’ho rivisto con un’altra predisposizione. Vito era speciale perché era un professore nato, ma non voleva salire in cattedra, non voleva fare il professore. Tutte le volte che ci incontravamo, si imparava qualcosa e diceva una cosa bellissima: che il cinema è un sogno, fatto da persone che sanno sognare ma che appartengono alla Storia. Sono felice di essere qui e onorato di ricordarlo, la cosa che mi piace di più è che questo Premio viene dato ai giovani».


Chiude la serata la Dott.ssa Anna Maria Rizzi, coordinatrice regionale del progetto Mediateca, che aveva aperto l’incontro con i suoi saluti: «Il Bando della II Edizione, l’Edizione 2021, sarà attivo sino al 31 gennaio 2022 e noi saremo felici di continuare ad ospitare il Premio nelle sue Ediziono future. Conversazioni – la letteratura è di scena continuerà, è riuscito a non fermarsi durante la pandemia grazie alla riprogrammazione in chiave audiovisiva del Festival con Il misuratore del Mondo, un modo altro di fare Conversazioni ma altrettanto speciale che presto mostreremo agli utenti della Mediateca».


Articolo di redazione disponibile su Polytropon Magazine

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