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Immagine del redattoreFelici Molti

Passaggi Tranesi, il progetto laboratoriale della Compagnia dei Felici Molti

in collaborazione con l'Associazione Trani Nostra


Città di Trani – Assessorato alle culture promuove Passaggi Tranesi, un progetto laboratoriale e di ricerca sul territorio della Compagnia dei Felici Molti nato in collaborazione con l’Associazione Culturale “Trani nostra”.

Il primo evento è dedicato al Corradino di Francesco Mario Paganoe al Corradino di Svevia di Giuseppe Chiovenda, drammaturgia emise en éspace a cura di Irene Gianeselli, con il coordinamento scientifico della prof.ssa Grazia Distaso (LeLiA – UniBa). Il 27 maggio 2018 alle ore 19.00 presso Palazzo Beltrani nell’ambito de Il maggio dei libri – Leggere fa crescere 2018 promosso dal MIBACT, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica saranno i giovanissimi studenti tranesi a proporre l’esito di un primo approccio allo studio del testo per la messinscena.



Dalle note sul laboratorio di Irene Gianeselli


È una grande opportunità per la nostra Compagnia poter studiare con giovani che incontrano per la prima volta quel gioco segreto che per un attore è serissimo: il lavoro sul testo prima dello stare in scena. La parola prima del corpo e insieme al corpo. Pagano (e poi Chiovenda con sue peculiarità) offre una lingua articolata, vivace, sempre in movimento che forse ad un primo approccio potrebbe sembrare rischiosa, scivolosa; ma costruire con pazienza e caparbietà il processo per restituire proprio a questi versi la carne e il sangue che meritano è un momento di assoluta crescita: si è costretti a separare un tempo unico per poi reinserirlo e reinserirsi nel tutto. Ho voluto mantenere la struttura tragica e il verso pur dovendo decostruire in alcuni casi la successione cronologica degli ingressi di alcuni personaggi per esigenze tecniche e pratiche. La mise en éspace non sarà una riproposizione integrale, ma un dovuto tradimento: non è presente in scena il personaggio di Geldippe, la sua presenza aleggia come un incontro mancato, stroncato sul nascere. Così come lo stesso Corradino potrà anche intervenire in assenza, come una voce lontana, oltre che in scena, e Carlo si moltiplicherà in uno slancio perverso di ossessione per il potere. I personaggi hanno assunto in qualche caso sfumature meno prettamente metastasiane attraversando anche il dramma di Chiovenda: non si è voluta un’attualizzazione del testo, ma una elastica e plastica riduzione, per quanto la contraddizione possa parere disorientante.

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